Attività fisica per il paziente oncologico

Attività fisica per il paziente oncologico

Una costante attività fisica può influire sulla sopravvivenza dei pazienti oncologici?

 Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità l'attività fisica fa parte dei nove fattori di rischio per il tumore che possono essere modificabili. Inoltre, da un quinto a un terzo dei tumori del colon, del seno, dei reni e dell'apparato digerente sono associati, insieme all'obesità, a una scarsa attività fisica. Numerosi studi negli ultimi anni hanno analizzato l'impatto dell'attività fisica sull'incidenza dei tumori e ne hanno studiato gli effetti sulla sopravvivenza dopo la diagnosi. Nel 2001 un gruppo di ricercatori canadesi, prendendo in esame gli ultimi studi condotti sul tema, pubblicò un interessante schema sull'esercizio fisico e controllo del cancro1. Aggiornato successivamente, il prospetto divide l'esperienza del tumore in 6 fasi alle quali corrispondono 8 interventi di controllo del cancro; gli interventi di attività fisica durante queste 6 fasi potrebbero influenzare le diverse categorie di controllo del cancro. Ad esempio, l'attività fisica esercitata durante la fase di pre-trattamento potrebbe influenzare l'efficacia del trattamento stesso e la capacità di affrontarlo da parte del paziente, e/o il recupero o la riabilitazione.

Attitivà fisica e controllo del cancro

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L'attività fisica può migliorare la sopravvivenza riducendo il rischio di recidive, rallentando la progressione della malattia o abbassando il rischio di incorrere in complicanze che possono mettere a rischio di morte il paziente o di avere un secondo tumore primario (cioè un tumore non collegato al primo)2.

Un  lavoro di revisione pubblicato nel 2010 ha trovato un generale consenso scientifico circa l'associazione tra attività fisica e ridotto rischio di sviluppare tumore del colon e della mammella e probabilmente del tumore dell'endometrio, della prostata e del polmone. Alti livelli di attività fisica sono associati anche a una riduzione del rischio di mortalità per il tumore del colon, se praticata prima e dopo la diagnosi, e del colonretto se praticata dopo la diagnosi. Sul tumore della mammella sembra che l'attività fisica influenzi la prognosi allo stesso modo in cui previene il rischio di sviluppare tale tipo di tumore: riduce l'esposizione agli estrogeni, innalza la funzione immunitaria e riduce la resistenza insulinica (l'insulina sembra infatti favorire la carcinogenesi in alcuni ograni tra cui il colon). Un altro possibile meccanismo innescato dall'attività fisica sulla mortalità per il tumore del colon/colonretto sembra essere la riduzione del tempo di transito intestinale. Anche se non ci sono ancora evidenze certe sulla quantità ottimale di attività fisica da esercitare, lo studio ha trovato che i benefici effetti per il tumore al seno iniziano già a 3 met-ora alla settimana (il met è la misura dell'intensità dell'attività fisica), mentre per il tumore del colon occorrono almeno 18 met-ora. Questa differenza probabilmente è dovuta all'effetto ormonale associato al tumore del seno, che agisce anche con un’attività fisica meno intensa e prolungata3.

Oltre che sulla prognosi, diversi studi hanno dimostrato l'efficacia dell'attività fisica di influire anche sulla fatigue, la stanchezza cronica che colpisce i pazienti oncologici, e migliorare la funzionalità fisica, la qualità della vita e le funzioni cardiorespiratorie delle donne colpite da tumore al seno e in genere delle persone con una storia di tumore.

 

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